Domenica 5 maggio 2024 il Santo Padre Francesco ha pregato il Regina Coeli in Piazza San Pietro con i fedeli riuniti per ascoltare le sue parole. «L’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. «Un amico vuol bene sempre» – afferma ancora il Libro dei Proverbi –, come ci mostra Gesù quando a Giuda, che lo tradisce con un bacio, dice: «Amico, per questo sei qui!». Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona» ha sottolineato Papa Francesco commentando le parole del Vangelo odierno. 

Parole che risuonano come un invito per i cristiani, in particolare per noi presbiteri. Giovanni  nella liturgia odierna ci ricorda: «Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio». E Gesù afferma: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi». 

Il Papa ha anche invitato: «Pensiamo un momento ai nostri amici, alle nostre amiche, e ringraziamone il Signore!». In una società come quella odierna il sacerdote deve distinguersi prima di tutto per la sua capacità di relazione. Amici di Gesù, prima di tutto, e per questo capaci di stringere relazioni di amicizia profonde. Come il Papa ha denunciato più volte, oggi nel mondo siamo abituati ad una cultura dello scarto, dell'usa e getta. Anche nelle relazioni c'è una ricerca dell'utile piuttosto che la gratuità e il rischio dell'amore sincero. Come presbiteri abbiamo il compito di testimoniare Cristo anche attraverso questo, proprio come fece Gesù con i Suoi. San Giacomo ci ricorda: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Ciò significa che, piuttosto che tanti buoni propositi e tante omelie, la nostra testimonianza passerà attraverso esperienze concrete. 

p.R.P.

Silere non possum 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che dice agli Apostoli: “Non vi chiamo più servi, ma amici” (cfr Gv 15,15). Cosa significa questo?

Nella Bibbia i “servi” di Dio sono persone speciali, a cui Egli affida missioni importanti, come ad esempio Mosè (cfr Es 14,31), il re Davide (cfr 2 Sam 7,8), il profeta Elia (cfr 1 Re 18,36), fino alla Vergine Maria (cfr Lc 1,38). Sono persone nelle cui mani Dio pone i suoi tesori (cfr Mt 25,21). Ma tutto questo non basta, secondo Gesù, per dire chi siamo noi per Lui, non basta, ci vuole di più, qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti: ci vuole l’amicizia.

Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza: agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli; poi crescendo, da adolescenti, confidiamo loro i primi segreti; da giovani offriamo lealtà; da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni; da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni e i silenzi di lunghe giornate. La Parola di Dio, nel Libro dei Proverbi, ci dice che «profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo» (27,9). Pensiamo un momento ai nostri amici, alle nostre amiche, e ringraziamone il Signore! Uno spazio per pensare a loro…

L’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento. «Un amico vuol bene sempre» (Pr17,17) – afferma ancora il Libro dei Proverbi –, come ci mostra Gesù quando a Giuda, che lo tradisce con un bacio, dice: «Amico, per questo sei qui!» (Mt 26,50). Un vero amico non ti abbandona, nemmeno quando sbagli: ti corregge, magari ti rimprovera, ma ti perdona e non ti abbandona.

E oggi Gesù, nel Vangelo, ci dice che noi per Lui siamo proprio questo, amici: persone care al di là di ogni merito e di ogni attesa, alle quali tende la mano e offre il suo amore, la sua Grazia, la sua Parola; con le quali – con noi, amici – condivide quello che ha di più caro, tutto quello che ha udito dal Padre (cfr Gv 15,15). Fino a farsi fragile per noi, a mettersi nelle nostre mani senza difese e senza pretese, perché ci vuole bene. Il Signore ci vuole bene, come amico vuole il nostro bene e ci vuole partecipi del suo.

E allora chiediamoci: che volto ha per me il Signore? Il volto di un amico o di un estraneo? Mi sento amato da Lui come una persona cara? E qual è il volto di Gesù che testimonio agli altri, specialmente a quelli che sbagliano e hanno bisogno di perdono?

Maria ci aiuti a crescere nell’amicizia col suo Figlio e a diffonderla attorno a noi.

Dopo la preghiera del Regina Coeli

Invio con tanto affetto i miei auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Ortodosse e di alcune Chiese Cattoliche Orientali che oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Santa Pasqua. Il Signore risorto colmi di gioia e di pace tutte le comunità, e conforti quelle che sono nella prova. A loro, Buona Pasqua!

Assicuro la mia preghiera per le popolazioni dello Stato di Rio Grande do Sul, in Brasile, colpite da grandi inondazioni. Il Signore accolga i defunti e conforti i familiari e quanti hanno dovuto lasciare le loro case.

Saluto i fedeli di Roma e di diverse parti d’Italia e del mondo, in particolare i pellegrini provenienti dal Texas, dall’arcidiocesi di Chicago e da Berlino; gli studenti della Scuola Saint-Jean de Passy di Parigi e il gruppo Human Life International. Saluto i giovani di Certaldo e Lainate; i fedeli di Ancona e Rossano Cariati; i ragazzi della Cresima di Cassano D’Adda, dell’Unità pastorale del Tesino e della parrocchia S. Maria del Rosario in Roma. E saluto e ringrazio tanto le bande musicali di varie parti d’Italia: grazie a voi, che avete suonato tanto bene, e spero che continuate a suonare un po’. Grazie! Saluto il gruppo “Francigeni Monteviale”; come pure i cittadini di Livorno e Collesalvetti, che da tempo attendono la bonifica dei territori più inquinati, preghiamo per loro.

Un saluto caloroso rivolgo alle nuove Guardie Svizzere e ai loro familiari, in occasione della festa di questo storico e benemerito Corpo. Un applauso alle Guardie Svizzere!

Accolgo con piacere l’Associazione “Meter”, impegnata nel contrasto ad ogni forma di abuso sui minori. Grazie, grazie per il vostro impegno! E continuate con coraggio la vostra importante attività.

E per favore, continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina – soffre tanto! – e anche per Palestina e Israele, che ci sia la pace, affinché il dialogo si rafforzi e porti buoni frutti. No alla guerra, sì al dialogo!

Auguro a tutti una buona domenica. Per favore