Sabato 21 dicembre 2024, con una lettera, il Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, Card. Baldassare Reina, ha comunicato l'indizione della visita pastorale a partire da gennaio 2025.
«Ho voluto scrivervi in questo tempo di Avvento, nell’imminenza di celebrare la nascita di Gesù, segno permanente della prossimità di Dio, per comunicarvi il mio bisogno e la mia attesa di incontrarvi, conoscervi, per dialogare, incoraggiarci, ringraziare, chiedere perdono, correggerci, aiutarsi a ricominciare. Con queste intenzioni desidero farvi sapere che a partire dal prossimo mese di gennaio inizierò la visita pastorale alla nostra Diocesi. È lo strumento che da secoli la Chiesa affida ai pastori affinché dedichino del tempo alla conoscenza delle singole comunità, ne ascoltino le gioie e i dolori, riconoscano i carismi e colgano i segni attraverso cui individuare insieme i passi di crescita da compiere. Unito alle necessarie scelte programmatiche ed organizzative di questa esperienza pastorale vorrei che avvertiste il mio desiderio di abbracciare ognuno fraternamente» ha scritto Reina.
Non solo la Chiesa Italiana sta vivendo il Sinodo sulla Sinodalità, non solo ora il 2025 sarà caratterizzato dal Giubileo della Speranza ma ora la Diocesi di Roma (che sarà presa d'assalto dal mondo intero in pellegrinaggio) vivrà la visita pastorale. È la conferma di una Chiesa che sente la necessità di riempire le agende e sovraccaricare il clero ma, aldilà degli incontri sterili, ciò che manca è Gesù Cristo.
Il Codice di Diritto Canonico stabilisce: «Il Vescovo si impegni a compiere la visita pastorale con la dovuta diligenza; faccia attenzione a non gravare su alcuno con spese superflue» Can. 398 CJC. Sulla questione economica non diciamo nulla perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. I soldi che Baldo Reina ha speso da quando è sbarcato nella città eterna da Agrigento non si contano più. La vera domanda è: Reina è il vescovo di Roma? In un pontificato dove non si è fatto altro che sottolineare il ruolo di "Vescovo di Roma" che il Papa ricopre, la visita pastorale viene fatta dal Vicario? Evidentemente, come prevede il canone 396 CJCJ, il Pontefice è "legittimamente impedito" e questo accade solo quando deve visitare la sua diocesi e celebrare il Santo Sacrificio della Messa. Quando ci sono le interviste e le visite alle abortiste, le gambe funzionano.
È chiaro, però, che questa visita pastorale, in un momento assolutamente inopportuno, viene fatta con uno scopo ben preciso: portare le nuove leve del Vicariato a mettere il naso nei registri parrocchiali. Come è noto, infatti, Silere non possum ha spiegato più volte come Baldassarre Reina e Renato Tarantelli hanno iniziato a governare il Vicariato secondo quello stile tipico che qualcuno ha imparato a Ostia e qualcun altro ad Agrigento. I sacerdoti dell'Urbe non ne possono più, né del Papa e dei suoi modi, né di questo Vicario che in breve tempo ha scalato le vette del potere alla ricerca di soldi e visibilità, né del principe del foro che in questi anni ha creato una serie di problemi innumerevoli alla diocesi intera.
L'unico modo che queste persone hanno per obbligare i parroci alla collaborazione con loro, a conoscere i soldi che sono presenti nelle parrocchie e nelle comunità, è quello della visita pastorale. Ora, quindi, in pieno Giubileo, il Vicariato con i suoi uffici peregrinerà in giro per l'Urbe a fare visite non gradite ai singoli parroci e alle comunità.
Consapevoli che Renatino e Baldo non abbiano idea di che cosa sia il Codice di Diritto Canonico, auspichiamo vivamente che almeno il canone 398 venga fatto rispettare a Santa Marta. Le visite pastorali, infatti, costano e non poco.