Marko Ivan Rupnik continues to violate canonical restrictions. Many other priests, for much less serious matters, have been reduced to the lay state. The Vaticanists, faithful servants, are silent on the subject. The Pope's lies, however, are many.
Nei piccoli paesini di campagna si usa dire, proprio a coloro che hanno un trattamento privilegiato, “cosa sei? Il figlio della gallina bianca?”
Certo, in questo caso c’è qualcun altro, sempre di bianco vestito, che permette a Marko Ivan Rupnik di fare tutto ciò che vuole. Francesco, in questa vicenda come in altre, dimostra quanto sia luciferina la “tolleranza zero” di cui spesso si è vantato. Questa fantomatica strategia funziona con tutti ma non con i suoi prediletti. Juan Domingo Perón su questo è stato ispiratore nella formazione di Bergoglio.
Il Papa è forte delle sue posizioni anche perchè gode di una schermatura sublime: quella della stampa.
I giornalisti
Inutile tornare a sottolineare come questo caso è venuto alla luce grazie a Silere non possum che, il 01 dicembre 2022, ha scelto di far cadere un muro di silenzio che ha avvolto anche le migliori penne vaticaniste. Alcuni hanno scelto di cavalcare l’onda ed oggi, addirittura, chiedono che venga tolto, con martello e scalpello, ogni singolo pezzo di mosaico. Dimenticando che con questo sistema dovremmo imbiancare anche la Cappella Sistina ed anche i soffitti delle loro catapecchie. Altri, invece, hanno fatto orecchie da mercante ed hanno battuto solo le notizie, false e contraddittorie, che uscivano dalle varie sedi a seguito delle numerose richieste che venivano presentate a Borgo Santo Spirito.
Ora, è chiaro che nessuno ha avuto la libertà necessaria per affrontare il Papa e metterlo davanti alle proprie contraddizioni. Che dire, la levatura di questi “vaticanisti” è quella, per fare un solo esempio per tutti, di Austen Ivereigh, un soggetto non meglio precisato che ha difficoltà a formulare frasi di senso compiuto e che quale grande notizia, poche ore fa, ha battuto: “Il Papa con una Fiat 500 e il cardinale Peter Erdo, conservatore, con un mercedes” allegando anche foto dei due in aeroporto.
Certo, questi sono i problemi della Chiesa. Ivereigh, uno di coloro che ha venduto copie di libri grazie alle sue chiacchiere con il Papa, ci tiene a precisare anche che Erdo sarebbe conservatore. Fondamentale nella narrazione. Peccato che, nella sua incapacità di formulare un pensiero, si sia dimenticato di spiegare ai lettori quanto è costato portare una Fiat 500 dal Vaticano all’Ungheria. Non ha spiegato ai suoi lettori, ma stentiamo a credere arrivi a capirlo lui stesso poverino, che forse sarebbe stato “più ecologico” e “più umile e povero”, utilizzare una mercedes che però si trovava a Budapest.
Questa è la mediocrità di tutti questi soggetti che scrivono per varie testate e sono accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. Mediocrità che si trasforma in vera e propria adulazione nei confronti di una divinità: Jorge Mario Bergoglio. Non il Papa, sia chiaro. Jorge Mario Bergoglio. Sì, perchè “questo Papa ci piace”, “questo Papa ci da’ da mangiare”, “questo Papa fa i nostri interessi”. Vi siete mai chiesti dove sarebbero, oggi, tutti questi soggetti se al soglio petrino non vi fosse Bergoglio? A spazzare le strade di Parigi? Probabile.
Un dato di fatto c’è: durante la Conferenza Stampa avvenuta sul volo di ritorno dall’Ungheria, nessuno di questi ha saputo dire al Papa: “Ma quindi? Rupnik? State aspettando che qualcuno si dimentichi della sua esistenza?”
No, nulla di tutto questo. Delle domande fatte non ne è uscita una con un senso. Due le questioni emerse: una è quella sulla salute, che Francesco ha detto senza che neppure gli fosse stato chiesto. La seconda è quella in merito ad una “trattativa di pace” in merito all’Ucraina. Entrambe hanno una cosa in comune: sono false.
La salute del Papa
La giornalista Aura Maria Vistas Miguel , facendo una domanda al Papa sulla GMG, ha dato per assodato che il Papa aveva perso i sensi. Questo perchè Francesco, chiamando un suo amico di Pesaro, aveva detto: "Avevo perso conoscenza. Me la sono vista veramente brutta". L'uomo lo ha raccontato alla stampa, tutelando la discrezione del Pontefice come fanno tutti gli amici di Bergoglio, l'11 aprile 2023.
Visto che quella notizia a Santa Marta fu letta e a Francesco fu fatto notare che "per una polmonite non si perdono i sensi", allora il Papa ci ha tenuto a dire: "Prima di tutto la salute". E, ancora una volta, è tornato a fare delle piroette contraddicendo sé stesso e tutto il suo entourage.
Bergoglio, quindi, ha detto che non ha perso i sensi ma: "Quello che io ho avuto è stato un malore forte alla fine dell’udienza del mercoledì, non me la sono sentita di pranzare, mi sono coricato un po’, non ho perso i sensi, ma sì c’era un’alta febbre, un’alta febbre, e alle tre del pomeriggio il medico subito mi ha portato in ospedale: una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni. Grazie a Dio lo posso raccontare, a tal punto che l’organismo, il corpo, ha risposto bene al trattamento".
"Grazie a Dio lo posso raccontare". È noto, invece, che Francesco sta facendo tutto questo per creare confusione e non dire, chiaramente, che ha avuto un infarto che ha portato Strappetti ad avviare una vera e propria trattativa con il Papa che non voleva andare in ospedale.
Questo è ciò che è accaduto e a Santa Marta in molti hanno visto l'ambulanza stazionata davanti alla Domus per più di venti minuti.
ABUSI SPIRITUALI: L'INTERVISTA
Il Dicastero del familismo amorale
Questo è ciò che è accaduto, con buona pace di Andrea Tornielli, il quale si è lasciato andare alle sue solite isterie appena tornato dal Viaggio Apostolico in Ungheria.
Tornielli ci tiene a fare la sua chiosa per smentire ciò che abbiamo affermato nonostante dovrebbe essere la persona che più dovrebbe tacere sull'argomento. È noto che anche a La Stampa, il signor direttore editoriale, non aveva grandi doti se non "copiare e incollare" le diverse chiacchiere che avvenivano attorno a lui. Questo lo ha portato ad essere, ieri un grande adulatore di Benedetto XVI, oggi un promotore della Chiesa dei poveri.
"Se domani venisse eletto uno che si mette dieci centimetri di pizzo anche per dormire, lui sarebbe pronto a smentire tutto ciò che ha detto in questi dieci anni", riferisce un porporato di Curia. Sì, Andrea Tornielli non gode di particolare stima all'interno delle sacre mura, anche perchè qui dentro chi non è coerente si nota. Ma quest'uomo fa parte di coloro che sarebbero disposti a tutto pur di ottenere qualche nomina ad hoc, nulla di cui stupirsi quindi. "Stiamo aspettando con molta impazienza il 18 dicembre 2023", scherzano in Segreteria di Stato. Sì, perchè allo scadere dei cinque anni il signor Tornielli dovrà fare le valigie. Tutto questo processo potrebbe essere velocizzato se ci fossero particolari sorprese. Il direttore è consapevole che a seguito del prossimo conclave verrà emesso un ticket "solo andata" per Venezia.
Ma torniamo ai fatti. È chiaro che Tornielli non si sofferma sulla vera notizia della risposta del Papa. Ovvero, il fatto che ha smentito lui e tutto il suo dicastero. Questo è il duro prezzo da pagare con un Papa che parla a ruota libera. Anche le bugie vengono allo scoperto. Un santo cardinale, prossimo alla pensione, ha sempre detto scherzando: "Se devi peccare devi farlo bene". Ma i tempi sono cambiati e non è più come con i Pontefici precedenti che sceglievano una linea e quella seguivano. Oggi tutto cambia, prima hai perso i sensi poi non più. Tutto è relativo.
Una cosa il Papa però l'ha detta: i controlli non erano programmati. Eppure, il 29 marzo Tornielli scriveva proprio questo sul suo profilo Facebook. Bergoglio ha anche detto che nei giorni precedenti non aveva problemi ma è stato un malore dopo l'udienza. Anche questa notizia, Tornielli, invece l'ha battuta.
Allora, ritornando dall'Ungheria, forse sarebbe stato più corretto twittare: "Il Papa, con buona pace di me che ho affermato il contrario, è stato ricoverato d'urgenza e non per controlli clinici programmati".
Questa è la dura prova alla quale si devono rassegnare coloro che scelgono persone senza competenze.
L'altra smentita
Le menzogne raccontate da Francesco, in questi anni, sono veramente molte. Inutile anche solo citarle. Alla domanda della giornalista Eliana Ruggiero in merito all'Ucraina, il Papa ha detto: "adesso è in corso una missione, ma ancora non è pubblica. Vediamo come ... Quando sarà pubblica la dirò".
Pronta la risposta di Volodymyr Zelens'kyj, il quale ha tutte le intenzioni tranne quella di mettersi ad un tavolo a parlare, e ha fatto sapere che: "non ha dato alcun consenso ad una discussione di questo tipo per conto dell'Ucraina: se colloqui sono in corso, stanno avvenendo senza che noi ne siamo a conoscenza e senza la nostra benedizione".
A rincarare la dose, poi, ci ha pensato anche l'arcivescovo ortodosso Ilarion Alfeev: "Non si è discusso su nessuna questione politica. L'incontro era di natura personale tra due vecchi amici".
Ancora una volta, quindi, il Papa viene smentito e da Kiev fanno anche intendere che ormai la sua figura non è cosi utile per loro. Del resto, di che stupirsi? Si è voluto ridurre la figura del Papato a questo? Ora non lamentiamoci che non si viene presi in considerazione.
La credibilità di Francesco
Papa Francesco, però, sta giocando un'altra partita sulla quale si giocherà tutta la sua credibilità. Questa volta per davvero. Non sono bastati i trattamenti di favore riservati a Gustavo Óscar Zanchetta, Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga e Oscar Cantoni. Oggi in ballo c'è anche il caso Marko Ivan Rupnik.
In queste settimane diversi telefoni sono squillati in giro per il globo terraqueo. Fra questi anche un parrocchia della diocesi di Termoli-Larino. "Pronto sono padre Rupnik, si ricorda quel progetto che avevate chiesto anni fa? Ecco, ora sono disponibile", ha detto il gesuita al sacerdote che ha risposto. Sì, non è uno scherzo. Vengono i brividi.
E quella non è l’unica realtà dove Rupnik sta tentando di portare a compimento i propri progetti. Certo, perchè negli anni passati non ha potuto accettare tutte le richieste per via dell’enorme richiesta. Oggi, però, “sono tempi di magra”, riferisce qualcuno vicinissimo al Centro Aletti.
La Chiesa, quindi, vive una vera e propria schizofrenia. Da un lato c’è chi chiede di smontare e distruggere tutto, dall’altro chi addirittura è pronto ad avviare i lavori. Tutto questo può trovare un chiaro stop solo a seguito di un intervento chiaro e deciso del Papa. “Non arriverà, non arriverà”, scuote la testa un Prefetto di un Dicastero della Curia Romana. Lo dice la consapevolezza di chi ha visto chiaramente chi ha tolto la scomunica a Rupnik e come il Papa si è comportato in altre situazioni che sono ancora, non per molto, “sub secreto”.
Se Francesco si convince di una cosa, quella è. Da lì non si schioda. L’unico modo per convincerlo, forse, sarebbe portargli dei video dove si vede Marko Rupnik che abusa di qualcuno. “Questo fu ciò che accadde con il caso di Inzoli. Solo quando Inzoli abusò di nuovo dei ragazzini, allora lui intervenne. Ma prima risposte alle richieste di Coccopalmerio e Cantoni che non lo volevano ridurre allo stato laicale”. Di questa vicenda ne parlammo rivelando anche le amare parole utilizzate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
“È evidente che anche la Compagnia di Gesù non sa più che pesci prendere”, riferiscono fonti di Borgo Santo Spirito. Se Francesco continuerà questa difesa, la soluzione probabilmente sarà la seguente. I gesuiti lo dimetteranno dall’ordine religioso ma il Dicastero non lo dimetterà dallo stato clericale. Questo porterà Rupnik, e probabilmente anche qualche suo adepto, a girovagare in cerca di qualche vescovo che lo incardini e lui continuerà a fare ciò che vuole.
Del resto questo giochetto è ben conosciuto. Sono numerosi i soggetti che, cacciati da una realtà, accedono ad un’altra senza neppure mettersi in discussione. Non si parla dei seminaristi, quelli sono nel mirino di Francesco e se qualcuno ammette un seminarista con esperienze tradizionali alle spalle, al suo seminario, si ritrova la diocesi intera commissariata in tempi record. Parliamo di presbiteri e religiosi. Sì, perchè Marko Rupnik sta godendo proprio del trattamento del figlio della gallina bianca e a lui tutto è concesso.
Padre Verschueren sembrava essere stato chiaro, quando aveva riferito: “In vista di questo procedimento interno, e in forma cautelare, ha reso più rigide le norme restrittive nei suoi confronti vietandogli per obbedienza qualunque esercizio artistico pubblico, in modo particolare nei confronti di strutture religiose (come ad es. chiese, istituzioni, oratori e cappelle, case di esercizi o spiritualità). Quindi, tali restrizioni si aggiungono a quelle già attualmente in vigore (divieto di qualunque attività ministeriale e sacramentale pubblica, divieto di comunicazione pubblica, divieto di uscire dalla Regione Lazio)”.
Eppure, Rupnik ha continuato a celebrare, ad uscire dalla Regione Lazio ed ora anche a continuare il suo esercizio artistico. Nonostante questo, però, nessuno si è chiesto come mai quest’uomo continua a fare quello che gli pare. Forse l’obbedienza è proprio quella gesuitica, ovvero al Papa. E se il Papa non gli dice nulla, allora non importa ciò che dice la Compagnia.
Una cosa è certa, Francesco si sta giocando la credibilità (se non se l’è già giocata). Ci sono presbiteri che si sono visti ridotti allo stato laicale per molto meno, ed anche ingiustamente; e c’è un uomo che continua a calpestare i dettami della Chiesa ma nessuno gli dice nulla. Non c’è che dire….
d.P.A.
Silere non possum
IL CONCLAVE OMBRA - PETER ERDO