This morning, the second interrogation of the defendants in the Sloane Avenue criminal trial took place in the Vatican City State.
The Pope dispensed Cardinal Becciu from the papal secret.
Nell’aula polifunzionale dei Musei Vaticani, la quale è stata adibita ad aula di Tribunale per il processo Sloane Avenue, questa mattina è stato interrogato il Rev.do Mons. Mauro Carlino, segretario particolare di Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Giovanni Angelo Becciu. Il sacerdote questa mattina ha chiaramente dimostrato la sua estraneità ai fatti contestatigli dai Promotori di Giustizia e ha riferito che il Sommo Pontefice era costantemente informato di tutto quanto stava avvenendo nella trattativa con Gianluigi Torzi. Carlino ha confermato quanto detto da Mons. Perlasca, ovvero che il Papa aveva chiesto di trattare e non denunciare. Addirittura Mons. Peña Parra offrì una cena per festeggiare la chiusura della trattativa e disse: “Offre il Papa”.
Quando Mons. Carlino fu chiamato dal nuovo sostituto gli furono chieste: fedeltà, obbedienza e riservatezza, per risolvere “un grave errore” commesso da monsignor Alberto Perlasca, il quale aveva firmato documenti senza l’autorizzazione del superiore. Fu in quel modo, spiega Carlino, che vennero date le azioni a Torzi. Compito del reverendo era quello di fare da intermediario tra le richieste di Peña Parra e dei collaboratori del sostituto e Torzi. In sostanza non è mai entrato nella questione tecnica, spiega Carlino in aula. Gianluigi Torzi chiese 20 milioni per uscire dall’affaire e voleva che si chiudesse tutto entro marzo. Tutto si concluse perchè Torzi accettò di cedere le azioni a 15 milioni, e la crisi della trattativa rientrò.
La difesa di Fabrizio Tirabassi ha fatto notare che nei documenti depositati dal Promotore di Giustizia ci sono delle relazioni del dott. Roberto Lolato. In una di queste si fa menzione di due informative a firma di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Edgar Peña Parra che però non sono state depositate da Diddì. Si tratta di informative che Mons. Carlino ha detto essere state indirizzate al Santo Padre. Di quei due testi però l’avvocato Alessandro Diddì non ne ha depositato neppure uno. Chissà perchè? Di cosa parlano queste informative? Rientra tutto nella famosa norma inesistente che permette al PdG di non depositare gli atti? Alessandro Diddì e Giuseppe Pignatone, oltre a non aver mai studiato il diritto vaticano, sembra non abbiano chiaro neppure cosa sia la coerenza.
Peña Parra e il pallino per le indagini segrete
Il nuovo sostituto della Segreteria di Stato voluto da Francesco oggi non è a processo. Dalle diverse testimonianze però appare chiaro che quest'uomo ha giocato un ruolo importante nell'affaire londinese. Questa mattina Mons. Carlino ha raccontato alla corte che il 24 maggio 2019, Jean-Baptiste Douville de Franssu, presidente dello IOR, aveva accettato di rifinanziare l'affaire londinese. Il 4 giugno Pena Parra andò a Santa Marta presentando i ringraziamenti anche perché lo IOR aveva accordato il finanziamento. Questo ovviamente avrebbe comportato un risparmio per la Segreteria di Stato. Francesco approvò e tutto sembrava filare liscio. Poco dopo però arrivò una comunicazione che informava la Segreteria di Stato che non era stato approvato dall'Istituto. Queste cose furono riferite al dott. Gian Franco Mammì. Il 28 giugno Mauro Carlino inviò a Luciano Capaldo i contatti di Gian Franco Mamm perché Pena Parra aveva chiesto a Domenico Giani di acquisire maggiori informazioni.
Il segreto pontificio
La Segreteria di Stato, con un documento del 24 marzo a firma del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ha comunicato al Tribunale vaticano che il Cardinale Giovanni Angelo Becciu potrà riferire in merito ai rapporti con Cecilia Marogna. Il Sommo Pontefice ha quindi scelto di togliere il segreto pontificio su questa vicenda. Sarà interessante guardare a questa questione con gli occhi del Committee of Experts on the Evaluation of Anti-Money Laundering Measures and the Financing of Terrorismquando in aula il Cardinale riferirà che la Santa Sede pagava i terroristi per liberare i propri missionari. Francesco non si rende conto, o forse non vuole rendersi conto, della gravità di determinate questioni che riguardano aspetti delicatissimi dell'attività della Santa Sede.
La prossima udienza sarà il 05 aprile dove verranno interrogati Brüllhart e Di Ruzza. L'udienza prevista per il 06 aprile con l'interrogatorio di Sua Eminenza è stata invece spostata al 07 aprile 2022.
G.M.
Silere non possum
Relazione dott. Roberto Lolato Lettera del 02 maggio 2019 Lettera del 24 luglio 2019