Esattamente un anno fa uscivano da Santa Marta dieci familiari di palestinesi di Gaza, cristiani e musulmani. Alla stampa riferirono che Papa Francesco parlò loro di "Genocidio". Vatican News raccontò in modo falso e parziale quanto avvenne. Il portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, si affrettò a dire: "Non mi risulta abbia usato tale parola. Ha utilizzato i termini con cui si è espresso durante l'udienza generale e parole che comunque rappresentano la situazione terribile che si vive a Gaza".
Oggi la notizia di un libro, l'ennesimo firmato da Papa Francesco, nel quale il pontefice afferma: «Si indaghi se a Gaza è in atto un genocidio».
ll titolo: "La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore" ed uscirà in occasione del Giubileo. Si tratta di una delle tante occasioni in cui il Santo Padre stesso smentisce le parole del suo entourage. Il Dicastero per la Comunicazione è composto da bugiardi patologici: Andrea Tornielli, Paolo Ruffini, Andrea Monda, Salvatore Cernuzio, Nataša Govekar (pupilla di Rupnik) e la lista sarebbe molto lunga.
In questi anni molti si sono chiesti come mai alcuni chierici hanno sentito la necessità di dare vita ad un sito indipendente curato dall'interno dello Stato della Città del Vaticano. La risposta è proprio qui, purtroppo la Verità è qualcosa di sconosciuto per questi servi fedeli. Le parole del Papa, contenute in questo libro, sono certamente vere e lui le utilizzò anche con i familiari dei palestinesi a Gaza. Nonostante questo, però, è necessario usare molta prudenza e, proprio come avvenne con il conflitto Russo-Ucraino, queste uscite porteranno gravi danni alla diplomazia della Santa Sede e al rapporto interreligioso fra cattolici ed ebrei. Come al solito è bene consigliare al Papa di tacere un po' di più, il che non farebbe male a nessuno.
L'ambasciata d'Israele presso la Santa Sede ha già fatto sapere: “Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. Le affermazioni dell'ambasciatore Yaron Sideman sono false e non si può parlare di autodifesa in riferimento a quanto Israele sta compiendo a Gaza. Detto questo, una cosa è certa: questo è il peggior pontificato anche per quanto riguarda la comunicazione.
d.A.R.
Silere non possum