Per superare la dicotomia tra coloro che vedono il presbiterato in termini di essere e coloro che lo vedono in termini di fare credo sia necessario comprendere che il ministro ordinato è chiamato a incarnare nella propria vita e nel proprio essere l'estendersi di Dio verso tutta l'umanità dispersa. Tutto ciò che facciamo come presbiteri dovrebbe esprimere e incarnare la santità dell'essere di Dio in Cristo, che trasforma l’outsider in un insider, la morte in vita, la pena in gioia.
Come deve vivere questa sua vocazione un prete, specialmente a fronte delle crisi che la nostra Chiesa e la società attraversano? Che sfide deve affrontare nel vivere tale ruolo in relazione alla comunità locale?