What happened in the Vatican? Who is the man who broke through the controls?

Ieri, 18 maggio 2023, alle ore 22.30 la Sala Stampa della Santa Sede ha emanato un comunicato in cui informava che: “dopo le 20:00, un automobile ha raggiunto l’ingresso di Sant’Anna al Vaticano. Noncurante delle indicazioni fornitegli dal Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, che gli impedivano l’accesso nello Stato senza le relative autorizzazioni, è uscito temporaneamente dall’ingresso e, dopo aver fatto manovra, è rientrato a forte velocità, forzando i due varchi di controllo, della Guardia Svizzera e del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano”. 

I giornalisti hanno fornito questa notizia solo a seguito di questo comunicato. Nello Stato, però, la preoccupazione era già alta e si auspicava che la notizia non venisse data all’esterno. Perchè? Perchè i problemi che emergono da questo episodio sono molti.

La sicurezza

Silere non possum, infatti, non ha dato alcuna notizia dell'evento. Il fatto che un uomo riesca a superare il blocco della Gendarmeria Vaticana con questa facilità è assolutamente preoccupante. La Guardia Svizzera Pontificia ha svolto il suo compito con competenza. Verificato che l'uomo mancava di autorizzazioni lo ha rispedito indietro. La Gendarmeria Vaticana, invece, ha dimostrato di essere tanto capace a spiare i monsignori, pedinarli e addirittura carpire immagini dalle videocamere di sorveglianza ma, a quanto pare, sembra poco avvezza a mirare le gomme di un'auto in corsa. 

Domenico Giani, quindi, ha individuato ottimi sarti di Paese, sempre pronti a farsi gli affari di preti e cardinali, ma ben pochi uomini capaci di svolgere il ruolo che deve garantire la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini. Se un uomo qualsiasi riesce a raggiungere il cuore del governo della Santa Sede con questa facilità, la questione è preoccupante e rivela come in questi anni si siano spesi moltissimi soldi nell'ingerire nella vita privata degli interni: telecamere, micro spie, microfoni e quant'altro, ma si è mancato di addestrare le persone a difendere realmente lo Stato.

Nello Stato della Città del Vaticano nessuno può più liberamente utilizzare il telefono o navigare in internet. Tutto è sotto controllo. C'è anche chi controlla i conti corrente dei porporati. Però se un pazzo vuole arrivare al Palazzo Apostolico ci arriva in circa 3-4 minuti.

La comunicazione

La situazione è veramente preoccupante e anche la comunicazione è assurda. Piuttosto che tacere, cosa che noi abbiamo scelto di fare da subito,  si è pubblicato un comunicato che rende note tutte le falle del sistema. 

Afferma Matteo Bruni: "Nel tentativo di fermare l’autovettura, l’ispettore della Gendarmeria, di guardia al varco, ha esploso un colpo di pistola in direzione delle gomme anteriori del veicolo. Pur avendo colpito il mezzo sul parafango anteriore sinistro, l’auto ha proseguito la propria corsa. Essendo stato rapidamente diramato via radio il codice di allarme, il corpo di guardia ha chiuso il Portone della Zecca, che permette l’accesso alla parte posteriore della Basilica di San Pietro, ai giardini vaticani e a Piazza Santa Marta. L’autovettura nel frattempo ha raggiunto il Cortile di San Damaso, e il conducente è sceso autonomamente ed è stato bloccato e posto in stato di arresto dal Corpo della Gendarmeria". 

  1. Il gendarme non è stato capace di mirare le ruote.
  2. L'uomo è arrivato subito al Cortile San Damaso.
  3. L'uomo è sceso autonomamente.

Non c'è bisogno di saper altro per comprendere quanto è folle questa comunicazione. Il commento sulla chiusura degli accessi a Santa Marta, invece, suona molto di "Padre Santo, stia tranquillo che comunque l'abbiamo messa in sicurezza". Noi, ad oggi, non abbiamo mai visto una banca che afferma in un comunicato, dopo una rapina, come hanno fatto i rapinatori, con molta facilità, a raggiungere il caveau. Certo, qui siamo speciali.

Per una analisi completa vi consigliamo l'ascolto del video.

L.M. e F.P.

Silere non possum