The 18th audience of the Sloane Avenue trial was held today at the Vatican

Le udienze precedenti 

Nello Stato della Città del Vaticano questa mattina si è celebrata la diciottesima udienza del procedimento penale a carico di Enrico Crasso + altri. Come noto, il Tribunale mira a fare chiarezza sull'affaire del palazzo londinese sito in Sloane Avenue.

Nell' ultima udienza, il 20 maggio 2022, è stato interrogato un altro imputato, Fabrizio Tirabassi.

Questa mattina, nell'aula polifunzionale dei Musei Vaticani, concessa al Tribunale Vaticano per il presente procedimento, è stato interrogato Enrico Crasso. Prima di guardare alle dichiarazioni rese dal finanziere che servì la Segreteria di Stato, dobbiamo fare due considerazioni in merito ad una notizia che è stata diffusa nelle scorse ore. A seguito dell'annuncio del nuovo Concistoro, nel quale sarà creato Cardinale anche S.E.R. Mons. Oscar Cantoni, è stato scritto che il Vescovo di Como avrebbe denunciato il suo confratello Angelo Becciu. Questo non corrisponde a realtà.

Becciu: reato di subornazione? 

Il 24 febbraio 2021 il vescovo di Como si incontrò con Mons. Alberto Perlasca presso l'Istituto delle Suore di Maria Bambina. In quella occasione, Perlasca riferisce che Mons. Cantoni gli avrebbe riferito di pressioni fatte dal Card. Becciu al fine di farlo ritrattare innanzi ai Promotori di Giustizia. Questa è la considerazione di un uomo che si è contraddetto in più occasioni ed è emerso dal dibattimento che è stato "la manina" che ha permesso il flop dell'affaire Sloane Avenue. Ora è chiaro che personaggi come Alessandro Diddì e giornalisti sprovveduti possano credere a quest'uomo, o vogliano credere. Chi conosce gli ambienti ecclesiastici ha chiaro cosa possa essere avvenuto in quel momento. Innanzitutto il Cardinale Becciu è liberissimo di parlare con chi vuole e può anche minacciare azioni legali che sono del tutto lecite. Sicuramente Sua Eminenza avrà parlato con Mons. Cantoni (suo confratello) delle accuse che gli aveva mosso il Perlasca. Si sarà lamentato? Avrà espresso le sue perplessità? Tutto lecito. Gli avrà anche detto che sarebbe stato costretto a querelarlo per calunnia? Assolutamente lecito. Anzi, auspichiamo lo abbia fatto. Chissà se Alessandro Diddì indagherà....

Perciò non si vede affatto quale sia il problema e non vi è prova alcuna di un colloquio fra Mons. Cantoni e il Cardinale dove quest'ultimo gli avrebbe detto: "Induci Perlasca a ritrattare sennò sono guai".  Non è possibile neppure sapere cosa ha riferito il Vescovo di Como, per due motivi. Il primo è che il verbale di sommarie informazioni del 03 aprile 2021 è inutilizzabile in quanto il professor Giampiero Milano, illustre professore di diritto, si è dimenticato che l'attività investigativa che lui può compiere si arresta ai confini dello Stato della Città del Vaticano. Difatti, come possiamo verificare dal verbale qui sotto, questa attività istruttoria è stata compiuta dal Professor Milano nella Repubblica Italiana, ovvero a Como. Per fortuna i gendarmi dissero di non aver registrato nulla al Ristorante Lo Scarpone perchè non compiono attività in Italia, cit. (Qui l'audio dell'interrogatorio a Perlasca dove si parlò della questione.)

Il secondo motivo, il quale attiene al merito e non alla procedura, è che il Vescovo di Como avrebbe riferito: "confermo integralmente i fatti e le circostanze riportate nella allegata lettera". Abbastanza "stringata" come dichiarazione. Cosa conferma Cantoni? Che Becciu gli parlò di questa questione? O che "fece pressione per farlo ritrattare"? Lo potremo dire solo a seguito della sua testimonianza in aula. Tanto il Cantoni non è nuovo alle testimonianze innanzi al Tribunale Vaticano.

L'interrogatorio di Enrico Crasso

Durante l'interrogatorio di oggi il finanziere Crasso ha riferito al PdG Alessandro Diddi:

"Andare a Londra è stato il più grande errore della mia vita. Dovevo rimanerne fuori". Ha anche riferito che nell'incontro con il Rev.do Mons. Alberto Perlasca, il Sig. Gianluigi Torzi ed altri avrebbe dovuto capire che sarebbe stato meglio tirarsi fuori dalla vicenda. Quando gli è stato chiesto del suo viaggio a Londra del novembre 2018,  l'uomo ha risposto: "Non era di mia competenza dire se l'investimento di Londra fosse o meno un investimento a rischio. Non sapevo nulla dell'ipoteca di 75 milioni di euro. Nella vicenda di Londra ci sono finito per caso: mi è stato chiesto di recarmi a Londra per verificare alcune caratteristiche dell'investimento. Non so perché non mi sono tirato fuori, mi sono lasciato coinvolgere".

Alle domande delle parti civili Crasso ha spiegato che non vi era alcun conflitto di interessi e ha affermato: "Sono stato vilipeso in tutti i sensi, anche in presenza del Santo Padre, e questo mi dà molto dolore".

Enrico Crasso ha spiegato di non aver "mai ricevuto incarichi formali di consulente" nell'affaire londinese. Ha detto chiaramente che in ventisei anni non gli è mai stato riferito alcun vincolo di destinazione (oltretutto i conferimenti fondo Athena sono stati effettuati da Credit Suisse CH, mentre lui si trovava ancora in Credit Suisse Italy) e che l'Em.mo Sig. Cardinale Pietro Parolin aveva confermato espressamente a Credit Suisse la piena autonomia finanziaria della Segreteria di Stato e l'assenza di ogni vincolo di destinazione.  Lo conferma la lettera inedita pubblicata qui sopra. Come mai ora Parolin si ritrova parte civile con la Segreteria di Stato?  Il Promotore ha parlato di una lettera ricevuta l'11 novembre 2019 da S.E.R. Mons. Edgar Peña Parra, che chiedeva di "liquidare al meglio e con diligenza" gli asset della Segreteria di Stato da lui gestiti e di "non procedere ad altri investimenti" tramite il Fondo Centurion di cui era titolare. Dopo aver ricevuto quella lettera, si recò a Roma dal Sostituto, spiegando che la immediata liquidazione delle quote avrebbe arrecato un danno alla Segreteria di Stato e Peña Parra gli disse di soprassedere, tanto è vero che le quote non furono poi liquidate. Inoltre, il Fondo di investimento Centurion, come tutti i fondi, era un soggetto giuridico distinto è autonomo rispetto alla Segreteria di Stato. La Segreteria aveva solo sottoscritto le quote del Fondo, il quale non doveva quindi chiedere alcuna autorizzazione al sottoscrittore delle quote per le operazioni da compiere, come del resto accade in tutti i Fondi.

Il rapporto di Crasso con Gianluigi Torzi

L'Imputato ha precisato di non aver avuto contatti stretti con Gianluigi Torzi. Pertanto non è possibile, come afferma l'accusa, che Crasso, Tirabassi, Torzi e Squillace avessero in mente un disegno criminoso. Ha detto il finanziere: "Mi trovo coinvolto in questo capo di imputazione per un signore conosciuto venti giorni". 

Al Promotore di Giustizia aggiunto, Enrico Crasso ha detto: "Quando venni da lei, dissi faccia di me quello che vuole, ma per favore non mi metta con Torzi. Siamo persone dal punto di vista professionale totalmente diverse. Com'è pensabile che mi metta d'accordo con una persona che non conosco, sono stato pure critico sulla sua gestione! Respingo con forza le congetture fatte". L'interrogatorio proseguirà il 22 giugno.

Domani si celebrerà la seconda parte dell'interrogatorio di Fabrizio Tirabassi. L'udienza prevista per il 1° giugno non si celebrerà. Il 6 e il 7 giugno sarà interrogato Raffaele Mincione.

Al termine di questo articolo potete trovare la trascrizione dell'udienza del 18 maggio 2022 e la memoria difensiva di Enrico Crasso presentata al Promotore di Giustizia il 30 gennaio 2020.

S.I.

Silere non possum

Udienza 18.05.22Memoria di Enrico Crasso inviata al Pdg