Anna Deodato, who was warned by the Order of Psychologists, gave a talk to priests in Milan

Nei giorni scorsi, i giovanissimi presbiteri dell’Arcidiocesi di Milano hanno vissuto due giorni di formazione permanente a Seveso. A parlare sono stati invitati don Paolo Alliata e Anna Deodato.

La donna, come molti di voi ricorderanno, è stata diffidata dall’Ordine degli Psicologi di Milano perchè si spacciava per psicologa e psicoterapeuta. Nonostante questo, però, Anna Deodato gode di buoni “santi in paradiso” e quindi resta ancorata alla sua poltrona al Servizio Tutela Minori della Conferenza Episcopale Italiana. Del resto, a noi piace circondarci di soggetti del genere. Non essendo competente né in teologia né in psicologia, sorge spontanea la domanda: perchè questa donna viene chiamata a parlare ai preti giovani?

Incontro a Seveso

Il 19 e il 20 gennaio 2023 Anna Deodato è stata invitata per guidare, insieme a don Paolo Alliata, un incontro per i presbiteri ordinati negli ultimi tre anni nell'Arcidiocesi di Milano. 

Gli incontri si sono svolti presso il Centro Pastorale di Seveso. Il tema è stato: "L’intimità: quando la relazione si approfondisce". 

Ma la relazione con chi? L'intimità con chi? Chiaramente, questi soggetti appartengono a quella schiera di persone che ha l'ansia di pronunciare il nome di Gesù Cristo.

La donna si spaccia per suora, oltre che per psicologa. In realtà appartiene ad una comunità chiamata "Ausiliarie diocesane" che è una Associazione pubblica di fedeli di diritto diocesano. Sì, una delle tante associazioni pubbliche di fedeli che stanno popolando la Santa Chiesa di Dio in giro per il mondo. Quelle associazioni che ora il Dicastero sta iniziando ad eliminare una ad una, visti i risultati. Come chiaramente dice Padre Dysmas de Lassus nel suo libro "Rischi e derive della vita religiosa", infatti, è molto comune che in queste realtà nascano dinamiche di abuso spirituale e di potere.

Per fortuna i preti giovani di Milano sono di solida formazione e hanno ben chiaro cosa fare con gli opuscoletti che consegnano questi "predicatori di sventura".

Anna Deodato, però, ha scelto di parlare dell'abuso e ad utilizzare termini psicologici che, non essendo psicologa, non può utilizzare. Nessuno, però, ha mai pensato di metterla a riposo, anzi. La donna è grande amica dell'omofobo Padre Amedeo Cencini, il quale propina idee assurde sull'omosessualità: "L'omosessuale doc è quello che ha amore per i genitali", disse in una lezione ai seminaristi. Affermazioni che gli sono costate una segnalazione all'Ordine degli Psicologi del Veneto. Chiaramente l'Ordine lo ha protetto e ha riferito di "non ravvisare ipotesi di violazione del Codice Deontologico".  

Lo statuto dell’associazione delle Ausiliarie Diocesane, recita: “Come le donne della resurrezione vivono la gioia messianica e la speranza pasquale proclamando Gesù vivo e presente nella storia umana ed operando perché questa storia sia, per tutti, luogo di salvezza e di santità”. 

A noi, però, non risulta che “le donne della resurrezione” si misero a pontificare nei confronti degli Apostoli. Forse abbiamo letto un Vangelo diverso ma non abbiamo letto: “Nel giorno dopo il sabato, andarono da Simon Pietro e dissero non dovete fare così, non dovete fare questo, non usate il telefono, non siate rigidi”. Questo è il Vangelo secondo Anna Deodato, forse.

Durante l’incontro tenuto ai sacerdoti, infatti, la donna si è scagliata contro i preti giovani dicendo che sono troppo rigidi. In sostanza, con tutti gli impegni pastorali che un presbitero oggi ha, deve perdere due giorni per sentirsi criticare da una tizia che non ha nessun titolo? 

L’altro illustre oratore è don Paolo Alliata, il quale non è capace neanche di comprarsi un Clergyman e un maglioncino ben fatti. Il canone 284 del Codex non è un optional, è un obbligo. Qualcuno glielo può spiegare?

Deodato, non contenta, si è anche improvvisata “maestrina”, durante l’intervento di Alliata. Ad un certo punto ha redarguito alcuni presbiteri che stavano utilizzando il cellulare. Ora, è chiaro che la donna non ha nulla da fare durante la sua giornata a Seveso, se non fare videocall dove si fa chiamare “psicologa”, ma un prete ha diverse parrocchie e numerosi incarichi pastorali. Se ho un parrocchiano mi scrive, io rispondo. Non facciamo i preti ad ore, siamo preti. Ciò comporta che dobbiamo sempre essere disponibili per i fedeli. Se a parlare, poi, ci fosse stato un teologo di quelli interessanti, avremmo anche capito, ma stare ad ascoltare una tizia che viene ad insultarmi perchè sono “rigido”, anche no, grazie.

Visto e considerato che la formazione permanente del clero è una cosa seria, sarebbe auspicabile che gli incontri si concentrassero su questioni serie: la preghiera, la pastorale, l’evangelizzazione. Sarebbe auspicabile che le persone invitate fossero preparate, competenti e anche un tantino più umili. Solitamente chi si fa 6-7 anni di studio su una tematica, non va ad ascoltare conferenze o interventi di chi non ha titolo in materia. Perchè noi dobbiamo sottoporci a questo sistema? Gli anni di seminario diventano sempre di più, perchè qualcuno è incapace di comprendere come affrontare realmente la formazione, e alla fine dobbiamo ritrovarci seduti ad ascoltare persone che vanno in giro a millantare titoli? 

S.I.

Silere non possum